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Ritorno del Genere

RITORNO DEL GENERE

Dopo che anche negli Stati Uniti il bilancio dell’ultima stagione cinematografica ha segnato un vistoso calo degli incassi si comincia a pensare seriamente ad una crisi globale particolarmente grave, quali ne siano le ragioni si può ricondurre a svariati motivi ,uno dei quali potrebbe essere la dichiarata mancanza di fantasia nell’elaborazione di storie accettabili. In questo senso un ritorno ai generi più tradizionali sembra la direzione più percorribile, è per questo che “ La preda perfetta “può provocare una serie di considerazioni: innanzitutto il fatto di essere originato dal romanzo di Lawrence Block che forse è uno degli ultimi esponenti della generazione di scrittori dei tardi anni trenta che ci ha dato una serie quasi infinita di capolavori,basterà forse citarne alcuni come Ed Mc     Bain, Elmore Leonard, Donald Westlake, Charles Willeford, James Crumley, Toby Hillerman, James Lee Burke,William De Andrea,Walter Mosley preceduti dalla trimurti costituita da Chandler,Hammett,Thompson ,trascurando Cain, Goodis e chissà quanti altri, questo per dire che materiale per il cinema ne esiste in sovrabbondanza ma viene ben poco utilizzato. Block nella sua lunga carriera ha creato personaggi molto diversi ma , fra i tanti , emerge quello di Matt Scudder,creato nel 1976, con caratteristiche di certo peculiari; è un ex poliziotto alcoolista che per un incidente di percorso, l’uccisione accidentale di una bambina in un conflitto a fuoco, si è dimesso e svolge una attività di detective privato sui generis. In questo caso viene ingaggiato da uno spacciatore di droga cui è stata uccisa la moglie in modo particolarmente efferato e crudele. Il nostro protagonista riesce a venire a capo della situazione attraverso una serie di vicissitudini che ci riporta alla memoria del grande cinema, appunto di genere, che tanto aveva incantato tra gli spettatori nella stagione che si potrebbe inquadrare tra gli anni quaranta e sessanta del novecento ( non trascurando naturalmente i ripescaggi fatti nel tempo dai vari Polanski, Michael Mann,Toni Scott e altri). Un abile intreccio di azione e suspense condito da dialoghi che hanno coinvolto anche grandi scrittori come Hemingway ( da cui il magistrale “ I gangsters “di Siodmak ) all’interno di momenti che non si lasciano sfuggire abili osservazioni sulla società. E’ bravo Liam Neeson nella parte di Scudder ma non sono da meno gli altri protagonisti e comprimari immersi in una New York di sinistro fascino fotografata a meraviglia. Se non andiamo errati opera seconda di quello Scott Cooper che nel 2009 aveva fatto guadagnare a Jeff Bridges un Oscar per il suo “ Crazy Heart “ anch’esso ricavato dal bel romanzo di Thomas Cobb. Per concludere il materiale per fare tornare la gente al cinema esiste, basta utilizzarlo, anche se il risultato al botteghino è abbastanza deludente, ma questo è un problema che ci porterebbe a parlare del pubblico e ve lo risparmio.

ARIODANTE ROBERTO PETACCO

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