Questo Sito non fa uso ne di cookies per la profilazione dei visitatori ne di cookies di terze parti. Si Fa uso solo di coookies tecnici per la funzionalità del sito.

Tirando le somme

TIRANDO LE SOMME

La stagione sta chiudendo nell’ambito cinematografico e forse è venuto il momento di tirare un po' le somme di quanto ha offerto. Al di là dei magnifici “La grande bellezza” e “Il capitale umano”per il cinema italiano non è stato un anno sprecato, l’esempio più eclatante mi sembra l’opera di Carlo Mazzacurati “La sedia della felicità” che purtroppo resta la sua ultima opera perché ci ha lasciato il 22 gennaio scorso a 58 anni. A Jesolo si incrociano i destini di un tatuatore romano (Valerio Mastandrea) e di una estetista palermitana ( Isabella Ragonese ), sono due classici disgraziati del nostro tempo,quelli che non riescono a salvarsi dalla decadenza economica,dalla eterna provvisorietà che avvilisce, dalla precarietà endemica che ci sta distruggendo, ma un insperato colpo di fortuna sembra favorirli rendendoli sodali nel possibile ritrovamento di un tesoro nascosto. La vicenda della disperata ricerca permette al regista di immergersi ancora una volta all’interno di situazioni e problematiche che offrono il destro per un’analisi impietosa spietata ed insieme esilarante del mondo che ci circonda. Ancora una volta il suo amore disincantato ma per questo non meno attento di questo mondo della provincia veneta permette alla storia attraverso la marginalità di dare la risulta per esprimere attraverso il grottesco una dimensione di accorato e generoso ottimismo.

Per quello che riguarda il tono anche l’ultima opera di Wes Anderson “ Grand Hotel Budapest”giocale sue carte,costante della sua opera, attraverso la pochade,una commedia mitteleuropea ambientata negli anni 30 con al centro un decaduto leggendario albergo e le sue storie. Si incrociano decine di personaggi affidato ad uno stuolo infinito di grandi attori (d’obbligo citare almeno Ralph Fiennes) che in uno scatenato balletto ci portano attraverso politica, società, costumi che nella loro dichiarata posticcia realtà prefigurano tutte le realtà del mondo. Se il filo conduttore può ingannare lo spettatore alla fine però lo spettacolo offre inaspettate possibilità di riflessioni ultime che non cessano di stupire e,forse, un po' di spaventare.

Da ultimo vorrei ricordare “Gigolò per caso” di John Turturro in cui questo straordinario attore di nuovo dietro la macchina da presa ci offre una ennesima variazione della commedia sofisticata di cui ultimamente si erano perse un po' le tracce. E non è certamente un caso che nel cast con un ruolo di tutto rilievo ci sia proprio quel Woody Allen che risulta uno degli ultimi epigoni del genere.

Il libraio antiquario Murray ( Allen) deve chiudere per difficoltà economiche e cerca di convincere l’amico Fioravante (Turturro),fioraio ed idraulico ad intraprendere l’attività a pagamento di stallone o prostituto, lui sarà il pappone e si divideranno gli utili. Arrivano occasioni successo e guadagni per incontri insospettabili ed imprevedibili che causano una serie di vicende che portano i due complici alla scoperta di realtà insospettabili. Naturalmente nel balletto della vicenda non mancano o diversi toni della levità ne quelli dell’approfondimento ma il risultato assume appunto le vesti di una danza piena di grazia in cui le performance degli attori funzionano al meglio (su tutte una fulgida ed ironica Sharon Stone)ed il risultato finale propone anche osservazioni non banali su mondi non frequentati spesso dal cinema (in questo caso per lo meno l’episodio sull’ebraismo chassidico).

Tutto sommato un’annata da non buttare.

Ariodante Roberto Petacco

Informazioni aggiuntive