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Alla Scoperta della Valle dei Mulini

I HAVE DREAM
La valle del Bettigna, un bene ambientale e i suoi “angeli custodi”

La valle dei Mulini

Ci vuole un sogno dietro a ogni progetto; non importa quanto sia grande, ciò che conta è alimentare le azioni concrete con una spinta ideale, che è energia “inestinguibile”. Questo è lo spirito del gruppo di volontari che, su iniziativa di Gianni Tendola - responsabile del tavolo tematico ambiente e territorio del PD - si sta occupando di una significativa fetta del territorio castelnovese, la valle del torrente Bettigna, in una logica di recupero e valorizzazione delle risorse storico-naturalistiche del territorio. Realtà ambientale nella quale le attività umane legate alla terra e all'acqua si sono sempre intrecciate al bosco, ai suoi ritmi. Lo stesso torrente, che ai nostri occhi appare quasi selvaggio, è stato in verità “addomesticato” nei secoli, per poterne trarre l'energia necessaria alla produzione d'olio e di farine da cereali poveri.

La valle del Bettigna è attraversata da una rete sentieristica secolare, “figlia” dei percorsi interpoderali che hanno sempre messo in comunicazione la collina e la piana, lambendo gli storici opifici – frantoi e mulini – ancora visibili, seppur nella maggior parte dei casi in abbandono, sopravvissuti comunque nel patrimonio toponomastico: il Moriolo, il Torchietto, il Soprano (proprio di recente “riportato alla luce”), e ancora Benettino, Rubino, Dogliotti, il Molino del Piano.

Questa zona collinare, un tempo nota soprattutto ai locali che ne percorrevano i sentieri mappati dal CAI, è stata letteralmente “riscoperta” durante i difficili momenti del lockdown. L'esigenza di vivere all'aria aperta, trovando mete escursionistiche “di prossimità”, ha avvicinato persone le più diverse a questo territorio e alle sue peculiarità ambientali. Da qui l'esigenza di intervenire in modo più capillare per recuperare lacerti di percorsi dimenticati, rendendo più agevoli gli spostamenti anche con l'inserimento di ponticelli (per esempio il “Traaton Bridge”), di corde ma soprattutto per pulire e monitorare un ambiente comunque fragile.

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