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INNAMORARSI È ...

OCCHI DI RAGAZZA

Innamorarsi è la cosa più naturale del
mondo, o forse no

Innamorarsi è la cosa più naturale del mondo. Ma lo rimane anche mentre il mondo è in fiamme? Mentre il domani è più incerto che mai? Dopo due anni di assenze e timore dell'altro? Non ne sono così sicura. O forse innamorarsi rimane sempre estremamente semplice, è andare avanti e rimanere innamorati il problema. La gioventù è l'età delle farfalle dello stomaco, dell'amore più puro e sincero, amore che più di ogni altra stagione tende a sbocciare in primavera. Ma in questo 2022 che poco sembra promettere se non altra paura e incertezza, siamo ancora in grado di provare gli stessi sentimenti di prima? Pare che la pandemia ci abbia resi ancora più vuoti, certamente inospitali per le farfalle dell'amore. Siamo bloccati, abbiamo enormi difficoltà a rapportarci con l'altro, ma soprattutto a sentire le nostre emozioni senza freni. Alla fine è una conseguenza comprensibile non volerci abbandonare all'incertezza quasi totale che una relazione con un'altra persona può comportare, tanto più se – adottando una concezione piuttosto diffusa alla mia età - si presuppone che l'amore porti più dolore che gioia. Abbiamo bisogno di sicurezza, di conforto, di una base solida su cui poggiare i piedi mentre si combatte un mondo nemico. È non è la natura il problema, non si parla della natura maligna di Leopardi, i nostri nemici sono gli uomini stessi. E non dovrebbe essere così, non c'è niente di più sbagliato. La solidarietà e il rispetto per il prossimo dovrebbero essere i valori più importanti; l'unione fa la forza, no? Ce lo hanno insegnato i cartoni della Disney. E invece è tutto il contrario: siamo sempre sull'attenti in vista della prossima disgrazia: epi/pandemie, catastrofi climatiche, guerra. Per far fronte a tutto questo ci chiudiamo sempre più in noi stessi e nel nostro universo personale. C'è chi cerca di far finta di niente e vivere una vita semi- normale, chi diventa un tutt'uno con la paura e quasi non riesce a respirare; c'è chi si distrae in ogni modo e maniera possibile rifugiandosi in universi fantastici e lontani, chi cerca la libertà negli eccessi e chi prova tutte le strade. La costante è sempre una: la chiusura verso il prossimo, la necessità di fuga. Non so bene quale possa essere una soluzione; alla fine sono io la prima che sente di far parte di questa nebbia che tutto offusca e non ci permette di vedere chiaramente.

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