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GUERRA E PUBBLICITÀ

GUERRA E PUBBLICITÀ

Da quando è scoppiata la guerra di resistenza del popolo ucraino contro l’aggressore russo le nostre televisioni sono inondate di telegiornali e di talkshow che ci aggiornano costantemente sull’andamento di questo conflitto insensato. Decine di inviati speciali ci mostrano e ci raccontano le atrocità della guerra, di chiese, scuole e ospedali bombardati, di popoli in fuga, e di popoli che aiutano, di strategie militari, valanghe di esperti che disertano sulle possibili soluzioni di pace e trattative che tardano ad arrivare. Chi vuole resistere e non cedere e chi vuole tutto il territorio aggredito. Esattamente come cento anni fa.

Tutto questo, a noi spettatori inermi, ci getta in un profondo stato di prostrazione, per la nostra impotenza. Questi racconti ci rendono il sonno agitato pieno di incubi perché non possiamo restare insensibili a quello che accade, anche se a migliaia di chilometri da noi. La paura di essere coinvolti, che i governanti dell’occidente decidano di intervenire a salvare il popolo ucraino dando luogo alla terza guerra mondiale.

In tutto questa tristezza spettacolarizzata dalla televisione c’è una cosa che non si ferma mai e che è cadenzata con tempismo maniacale: la pubblicità. Capisco che queste trasmissioni fiume ...

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