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Marzo 2022 - Bambini nella guerra

MARZO 2022 - BAMBINI NELLA GUERRA

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Ormai da oltre un mese le forze armate russe per decisione di Wladimir Putin hanno invaso l’Ucraina. Giorni di bombardamenti e distruzione di città con morti e feriti di civili ucraini e militari da entrambi gli schieramenti. Molte sono state le guerre dopo la seconda mondiale, ma mai così impari nel continente europeo: Golia contro David. La nazione più grande del mondo, la seconda potenza militare con una popolazione tre volte quella dell’Ucraina invade un paese confinante che ha scelto un sistema democratico di tipo occidentale.

Non sto a disquisire sui motivi geopolitici di questa invasione, non ne ho le competenze, so però cosa vuol dire una guerra per la popolazione civile ed in particolare per i bambini perché ho vissuto nella mia infanzia i drammatici e funesti tempi della seconda guerra mondiale.

Il bambino della foto sono io nel 1943 a Casano di Ortonovo davanti alla casa di mio nonno materno. L’esercito tedesco aveva già occupato l’Italia con il pretesto di aiutare l’alleato debole dell’Asse Berlino-Roma a combattere gli Angloamericani. L’occupazione tedesca aveva requisito un enorme quantitativo di munizioni e un certo numero di case per alloggiare i propri militari. La casa dove abitavo fu una di queste. Per ovviare a innaturali commistioni, mio padre decise di sfollare in una casetta ereditata da sua madre nella località Annunziata sempre nel comune di Ortonovo.

Lì ho abitato gli ultimi tragici anni della guerra.

Il bambino della foto, con il mezzo sorriso e una posa studiata da parte del fotografo, non aveva ancora compreso cosa avrebbe visto e patito in futuro. Anche se fortunatamente, è sopravvissuto alle bombe, alle cannonate, alle stragi di civili innocenti che hanno insanguinato il nostro territorio; non ha subito le mutilazioni di alcuni amici e coetanei.

Per anni gli incubi notturni mi hanno riportato a quei momenti di paura.

E ancora oggi, ogni volta che vedo, in televisione, paesi in guerra e bambini che piangono, scappano o muoiono sotto il diluvio di proiettili mi riconosco in loro. Negli incubi notturni mi pare di scappare, inseguito da militari tedeschi che urlano: “Halt … Kaputt, Halt … Kaputt”, di nascondermi nei posti più impensati dentro un tombino, sotto un ponte, in un rifugio precario.

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