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I Primi bagni di mare

I PRIMI BAGNI DI MARE

I bagni di mare, quando ero bambino, iniziavano il primo di agosto, quando mio padre andava in ferie, e terminavano con il ferragosto.

In bicicletta, io sistemato sul sellino, si partiva presto al mattino, per evitare la calura del sol leone, e attraverso vie sterrate e viottoli di campagna si arrivava alla spiaggia, tra Marinella e Fiumaretta, chiamata “la turbina”.

Il nome derivava da una grossa turbina che pompava in mare le acque raccolte dai canali di bonifica della fattoria di Marinella. Oggi le acque sono convogliate in altra zona e vanno a confluire nel Magra.

Il tratto di litorale era privo di stabilimenti balneari, le uniche costruzioni sull’arenile erano i fortini e i muraglioni, in cemento armato, costruiti dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, a difesa di eventuali sbarchi delle truppe angloamericane.

La riva era lontana dalla strada un centinaio di metri, per raggiungerla si doveva attraversare un folto canneto, alcune dune e un largo tratto di sabbia. La spiaggia era quasi deserta. Le poche persone presenti erano sparse lungo il litorale a notevole distanza le une dalle altre e si riparavano dal sole con improvvisate capanne di canne coperte da un lenzuolo.

Queste capanne, o “capannelli” come li chiamavamo noi, in seguito sostituite da ombrelloni e cabine balneari in legno, erano improvvisate e originali costruzioni che servivano a spogliarsi e a ripararsi dal sole durante le ore di permanenza al mare.

In genere venivano realizzate, come delle vere e proprie casette, il primo giorno di vacanza con le canne raccolte nel retro spiaggia. Venivano contrassegnate con un oggetto personale, un fazzoletto o una bandierina, che dava un qualche diritto di utilizzo a chi le costruiva per la stagione balneare che si limitava, allora, al mese di agosto.

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