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Cinemania

CINEMANIA

C'é poco da dire Kathryn Bigelow é un vero talento. Già con "STRANGE DAYS" e "POINT BREAK" si era affermata come creatrice di ,storie insieme, adrenaliniche di impeccabile costruzione e univa apparenti caratterizzazioni da action movie con approfondimenti provocatori su risvolti sociali quando non politici. In sintesi grandi capacità tecniche e di coinvolgimento affabulatorio. Nel 2008 poi arriva addirittura all'Oscar (sei) con "THE HURT LOCKER" impietosa analisi dell'impegno militare statunitense in Medio Oriente (e evidentemente non solo). Ci riprova ora con "ZERO DARK THIRTY",- il titolo. discende dalla. indicazione, in linguaggio militare,dell'orario di una incursione; e qui siamo a quella che porterà alla uccisione di Osama Bin Laden. Il film é la cronaca dei tempi impiegati per individuare il nascondiglio di Osama e dei mezzi utilizzati per ottenere il risultato. Niente ci viene risparmiato, anzi le sequenze di tortura soprattutto fisica vengono circostanziate con tutta la brutalità, ritenuta necessaria. I tempi della ricerca si allungano ed è quasi soltanto per l'insistente accanimento col quale un agente insiste per raggiun¬gere l'obbiettivo che si otterrà il risultato sperato. È molto brava Jessica Chastain ( attrice di grande spessore lanciata dal maestro Malick) a dare corpo ed anima a questa. agente (il personaggio si ispira ad una persona reale) che sembra aver fatto dello scopo della sua vita l'eliminazione del terrorista. La ricostruzione dell'evento non risente dei meccanismi che solitamente il cinema utilizza in questo esito, i meccanismi militari e di intelligence sono ricreati con grande precisione e con qualche ironia anche la politica ovviamente compare. Su tutto incombe l'incubo dell'11 Settembre e la strategia del terrorismo trova ampia esemplificazione. Detta così potrebbe sembrare una sorta di documentario, e qui sta l'abilità dell'autrice: altalenando sapientemente momenti di pausa e di azione riesce-comunque sempre a tenere alta la tensione cori una scansione egli eventi di millimetrica precisione. Un'altra nota di merito mi pare dovuta- al fatto di evitare mirabolanti effetti speciali o commento musicale altisonante, sicuramente avrebbe forse facilitato la spettacolarizzazione a discapito dell'asciuttezza esemplare della narrazione. Ne risulta un ottimo esempio anche di cinema storico ben lontano dalla noia mortale suscitata dal "LINCOLN" di Spielberg che comunque una visita la può meritare. Resta da dire che la "gente" al cinema non si reca più, ma questo è un altro discorso, forse per un'altra volta.

ARIODANTE ROBERTO PETACCO

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