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OSCAR 2016

OSCAR 2016

Una buona serie di risultati sul piano della qualità sembra contrassegnare gli Oscar di quest’anno con, naturalmente, la soddisfazione per noi italiani del riconoscimento per il grande musicista italiano Ennio Morricone per la sua ultima fatica per il film di Tarantino.

La scelta per la miglior regia ha visto, dopo quella dell’anno scorso per il magnifico “ BIRDMAN “, la vittoria di Alejandro Inarritu col suo “ REVENANT “ che ha insieme riconosciuto come miglior attore protagonista Leonardo DiCaprio.

Tratto dal romanzo di Michael Punke( edito da Einaudi ), una storia vera, che racconta la vicenda di una guida che nel 1823 al seguito di cacciatori di pellicce si trovò al centro di una situazione ai limiti del possibile. Dopo un attacco indiano al campo dei cacciatori, in fuga per la sopravvivenza con un piccolo gruppo di superstiti viene aggredito da un enorme orso che lo lascia dilaniato con poche probabilità di scampo. Lasciato indietro con due compagni perché giudicato intrasportabile verrà abbandonato dai due ma riuscirà a sopravvivere per portare a compimento la vendetta nei loro confronti.

Una storia di per sé forse scarna ma che nelle mani di Inarritu diventa epica e trascinante, nel suo viaggio disperato il protagonista viene a contatto con la natura inclemente se non selvaggia di quella zona del Canada ed attraverso infinite peripezie si trova coinvolto con indiani e bianchi di volta in volta pietosi o assassini in una serie quasi infinita di brutalità ed orrore. Costruito con grande realismo nei luoghi veri delle vicende storiche ( con trasferimenti anche nella Patagonia argentina quando il disgelo in territorio canadese impediva la verosimiglianza necessaria ) questo film mostra ancora una volta la bravura del regista messicano che, dal suo esordio con “Amores Perros nel 2000 non sbaglia un colpo.

Lunghi piani sequenza (mirabile quello di apertura con l’assalto indiano al campo dei cacciatori ) permettono visioni d’insieme che pochi autori osano, la fotografia ( rigorosamente con luce naturale ) di Emmanuel Lubezki ( già complice in “ Birdman “ ) è un valore aggiunto come la musica di Ryuiki Sakamoto e il conforto di attori come DiCaprio ed il “ cattivo “ Tom Hardy. Detto questo non si deve dimenticare che Inarritu non tralascia l’aspetto “ politico “ della storia affrontando il tema del genocidio a danno degli indiani unito all’aspetto della rapacità dell’economia che come ben sappiamo non lascia spazi a giustizia umanità.

Per DiCaprio ovviamente una grande soddisfazione dopo tante nomination centrare il bersaglio, non vorrei sembrare un bastian contrario ma a tutt’oggi il meglio lo ha dato ai suoi esordi ( 1993 ) con “ Buon compleanno Mr.Grape “ di Lasse Hallstrom.

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