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Fretta di nascere

Fretta di nascere

“Auguri Mè, sono novantanove e tutto va bene,” le dico con una punta di malizia.

“Proprio tutto bene no, ma sono novantotto. Grazie per gli auguri. Sperian d’arivare a zento “ mi risponde con un’invidiabile lucidità giovanile la “zia” Mè, all’anagrafe Adele, ma per tutti Emma der marinelo nata il 24 dicembre del 1909 a Marinella di Sarzana figlia di Giuseppe detto Garibà e di Faconti Maria.

Da qualche mese la Mè si muove poco. Qualche uscita, durante le belle giornate, sulla carrozzina spinta dal nipote o dalla figlia. Poi il resto delle giornate le passa seduta in poltrona davanti alla televisione.

Vede, ma soprattutto ascolta, per problemi alla vista, le notizie del telegiornale per tenersi informata su cosa accade nel mondo, qualche programma d’intrattenimento “le solite scimiate“ come dice lei e poi lo sport. Tutto, con una decisa simpatia per il calcio. Al top del suo interesse ci sono le partite del Milan, squadra del cuore, nonostante il suo ex presidente, Berlusconi, per il quale ha una certa antipatia.

“Niente di politico,” dice “quando sono laggiù a Roma sono tutti compagni (uguali). È proprio un fatto istintivo. Non lo sopporto, anche se per il Milan ha comperato i meglio giocatori:”

“Gli anni, saranno novantotto ma portati bene”aggiungo.

«Sono pesanti da portare. Basta una influenza da niente per mettermi a letto. Con una bronchite, poi, mi portano all’ospedale.» Continua con voce leggermente affaticata.

È rientrata proprio da qualche giorno dall’ospedale dove è stata ricoverata, non tanto per la bronchite ma, per una serie di complicanze: diabete, insufficienza renale e altre malattie che l’età si porta dietro. Ora da letto mi racconta cosa le ha detto il primario, le medicine che le ha prescritto, gli esami ematici che deve fare regolarmente per il controllo della glicemia.

So che, anche se conosce bene la sua situazione clinica e sa perfettamente quando e come deve assumere le medicine, non le piace parlare di questo argomento. Al contrario degli anziani che raccontano quasi esclusivamente di malattie, dottori e medicine la Mè preferisce argomenti diversi, e se sollecitata opportunamente, senza farglielo intendere, diventa loquace.

Di una loquela, piacevole, lucida e divertente. È un piacere ascoltarla.

“Ma è vero che sei nata la vigilia di Natale, alla mezzanotte, come Gesù Bambino?” le chiedo con curiosità “vera”.

Le si accendono, come due lumini, gli occhietti grigio chiari, caratteristici dei marineli, abbozza un sorrisetto compiaciuto e comincia a raccontare: “La Vigilia di Natale sì, ma non alla mezzanotte. Prima! Qualche ora prima. Mia zia Vergì quando, da ragazzina, me lo raccontava mi diceva sempre “Né gnò te g’avea furia de venir fóra, de nasere”.

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