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Un po' di populismo

UN PO' DI POPULISMO

L’Italia è uno strano paese popolato da strani politici. Mi riferisco a quelli che fremono e sperano che il Governo in carica fallisca e ancor più che fallisca l’Italia intera, solo per il gusto di poter dire :“L’avevamo detto”.

Tutti i media da mesi continuano a martellarci sulla così detta ”Quota Cento” e sul ”Reddito di Cittadinanza”, il primo, deleterio per le casse dell’INPS e il secondo perché potrebbe essere fruttato dai soliti furbetti, come se sino ad oggi i furbetti non ne avessero approfittato: i falsi invalidi, le false silicosi, i falsi lavoratori dell’amianto che l’amianto non lo hanno neanche visto o quelli che con i buoni scuola ci comprano i telefonini, i televisori o la lavatrice.

Se tutte queste occhiute attenzioni ai conti pubblici e alle paventate catastrofi economiche si fossero applicate negli ultimi cinquant’anni probabilmente non saremmo in queste condizioni.

Numerose sono state le leggi che ci hanno portato alla rovina. Qualche esempio? Partiamo da lontano, il pensionamento dei dipendenti pubblici dopo soli quindici anni, sei mesi e un giorno di servizio, modificata poi (invece di abolirla) a diciannove anni sei mesi e un giorno. Persone che hanno percepito, nel tempo, il doppio o il triplo di quello che avevano versato.

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