Questo Sito non fa uso ne di cookies per la profilazione dei visitatori ne di cookies di terze parti. Si Fa uso solo di coookies tecnici per la funzionalità del sito.

Quando la fatica viene premiata

  • Stampa

QUANDO LA FATICA VIENE PREMIATA

Di Jonathan Lethem avevo letto qualche anno fa “La fortezza della solitudine “ romanzo eccellente che mi aveva spinto all’acquisto di altre sue opere uscite da noi, sei o sette, con l’intenzione di approfondire la conoscenza di un autore appartenente ad una generazione, Dave Eggers, David Foster Wallace, Laurie Moore, A.I.Homes tra gli altri che hanno saputo vivacizzare una tradizione di grande impatto per la narrativa U.S.A. E non solo. Naturalmente , come spesso mi capita, non ho dato seguito al proposito finchè quest’anno è uscita ( Ed. Bompiani pagg.536 Euro 19.50 traduzione Andrea Sivestri ) l’ultima sua fatica “ I giardini dei dissidenti “.

Abituato a leggere con colpevole velocità mi sono trovato a procedere con inconsueta lentezza. La storia di Rose Zimmer ebrea abitante nei Sunnyside Gardens di Queens ,New York, militante comunista che nel 1955 viene espulsa dal partito perché accusata di intrattenere una relazione con un poliziotto nero ,repubblicano, sposato apre il sipario su una vicenda che si inserisce in una serie di eventi che ci porterà con dislivelli temporali fino ai giorni nostri attraverso una miriade di personaggi che, tutti in qualche modo collegati a Rose, arriveranno ai nostri giorni. Passeremo da Cicero, figlio del poliziotto, nero obeso e gay dotato di grandi capacità intellettuali a Miriam , figlia bellissima di Rose, intelligente e combattiva, in perpetua contestazione della madre, comunista anche lei di stravaganze pop con varianti di sarcasmo acuminato a parenti amici compagni che , tutti, in comune perseguono l’utopia di un comunismo egualitario che si accanisce con commovente intensità nell’ansia di spingere il mondo, il loro mondo, verso una migliore condizione di giustizia, naturalmente perdendo su tutti i fronti ma sempre indomita.

Le vicende personali si innestano nella storia collettiva con continui rimandi alla realtà anche spicciola dei tempi che attraversano, la musica, la partecipazione ad eventi collettivi, i rimandi culturali ,sociali ed economici quando non morali si avvitano in momenti esilaranti o tragici in cui ciascun personaggio riesce a dare insieme il meglio ed il peggio di se. Attraverso tre generazioni ( Rose, la figlia Miriam, il nipote Sergius )ci troviamo al centro di una cavalcata travolgente che avanti ed indietro nel tempo costituisce una sorta di manuale di sopravvivenza al volgere implacabile di una storia che sembra tener conto di tutto tranne che di noi.

Come dicevo l’inizio è stato a dir poco ostico sia per la tecnica che per i rimandi ad eventi o personaggi di tempi che non appartengono al lettore contemporaneo (una volta si usavano le note a piè di pagina ) ma superate le prime difficoltà si resta avvolti e compresi in una vertiginosa ricomprensione delle ragioni ultime delle scelte generose che spingono le persone alla ricerca di un sogno di libertà. È un romanzo che il lettore si deve guadagnare per esserne infine premiato.