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Carol

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“ CAROL “

Nella baraonda del periodo natalizio dominato da Checco Zalone ( che va comunque ringraziato per aver riportato milioni di spettatori in una situazione generale di disperazione ) non sono mancate occasioni per il cinema di qualità. Una di queste mi sembra sia stata senz’altro “ CAROL “ di Todd Haynes .

Il film porta due firme, quella naturalmente del regista senza comunque dimenticare la provenienza letteraria a firma di Patricia Highsmith. Autrice di grande fama, forse oggi un po' dimenticata, viene considerata una maestra del thriller anche per aver fornito materia per autori cinematografici a cominciare da Alfred Hitchcock per finire per più corrivi esempi contemporanei. Ma l’autrice non può essere ingabbiata nel genere e l’opera di cui parliamo ne è un magnifico esempio. Fu pubblicato in America nel 1952 sotto pseudonimo e proprio dopo essere stata consacrata dal successo per il suo “ Sconosciuti in treno “ diventato per Hitchcock appunto “ Delitto per delitto “, in Italia uscirà nel 1995 per Bompiani che lo ristamperà nel 2001 ed ancora oggi sulla scorta dell’uscita del film ( utile e forse doveroso leggerlo se non lo avete ancora fatto ). Il regista da par suo è un autore con forte personalità e capacità che nato nel 1961 dal suo esordio con “ Poison “ nel 1991 ha diretto ad oggi altri cinque film di grande interesse come “ Safe “ nel 1995, “ Velvet Golmine “ ( 1998 ), “ Lontano dal Paradiso “ ( 2002 ), “ Io non sono qui “ ( 2007 ) per finire con il magnifico “ Mildred Pierce “ ( in cinque puntate per HBO dal romanzo di James Cain, anche lui da leggere assolutamente ). Questo incrocio fortunato ha portato ad uno dei più bei film di queste ultime stagioni. E’ la storia di una aspirante scenografa che per campare lavora occasionalmente in un grande magazzino e rimane attratta e folgorata da una cliente; il caso le offrirà l’opportunità di rivederla e tra loro nascerà una travolgente contrastata e difficile storia d’amore.

Con due attrici straordinarie ( Cate Blanchett e Rooney Mara rispettivamente la prima candidata all’Oscar 2016 e la seconda vincitrice a Cannes 2015 ) l’opera è ambientata negli anni cinquanta del romanzo, si avvale di una ricostruzione scenografica perfetta e rende con perfetta aderenza l’ambiente e la cultura di un tempo in cui i pregiudizi sessuali e non la facevano da padroni. Ecco perché Highsmith lo pubblicò sotto pseudonimo ma ecco anche che Haynes non si è lasciato sfuggire l’occasione del raccontare lo ieri per ammonirci sull’oggi. Semplicemente perfetto il quadro che riporta con accorato calore alla necessità di spendersi, ciascuno nel proprio ambito a cominciare dagli spettatori, per porre una buona volta fine alle limitazioni della libertà, in ogni direzione e senza tentennamenti di sorta. Sicuramente non è facile né comodo ma Haynes come in tutta la sua opera ad oggi si spende con generosità. Forse è proprio per questo che lavora poco, io invece voglio sperare che questo accade perché più semplicemente come altri autori ( da Malick a Michael Mann a Paul Thomas Anderson tanto per citare ) parli soltanto quando sente di aver qualcosa da dire. “Carol” una magnificenza da non perdere.